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Naturalmensa: un progetto educativo per Castelsaraceno

La tovaglietta educativa NaturalMensa

Ieri a scuola sono state distribuite le nostre tovagliette educative che riassumono, graficamente e attraverso attività creative e ludiche, il progetto NaturalMensa che nasce da un atto di indirizzo dell’amministrazione comunale di Castelsaraceno finalizzato a garantire un servizio di refezione scolastica innovativo e lungimirante e soprattutto ad avere ricadute ottimali anche sulla comunità locale attraverso azioni che escono fuori dalle mura dell’istituzione scolastica e coinvolgono l’intero borgo.

Grazie al progetto NaturalMensa, infatti, curato dalla Cooperativa Cosmos, il comune di Castelsaraceno vuole diventare un esempio di borgo educativo, un paese quindi che attraverso diversi tipi di stimoli inviti adulti e bambini ad ex-ducere, a tirare fuori il meglio di sé e a essere più consapevoli.

Le diverse attività sono state co-progettate con la comunità scolastica in collaborazione con Viviana Hutter – pedagogista e creativa – e Agrigiochiamo – didattica rurale e comunicazione educativa.

Oltre alle tovagliette, nel borgo si potranno trovare dunque sei pannelli informativi che riprendono i sei punti di forza della comunità di Castelsaraceno: Paesaggio, Vicinato, Cibo, ‘Ndenna, Pastorizia e Ponte tibetano. In ogni pannello chiunque potrà trovare anche uno stimolo a compiere una piccola azione, e, attraverso la pedagogia del fare, sentirsi un po’ parte della nostra comunità.

Nell’ambito del progetto è stato ideato e realizzato anche un gioco da tavola per condividere con amici e parenti curiosità e caratteristiche di Castelsaraceno e delle sue tradizioni enogastronomiche.

Gli obiettivi di educazione e consapevolezza alimentare si associano, in questo progetto, al rispetto per l’ambiente, alla valorizzazione della cultura enogastronomica locale e alla sensibilizzazione di progetti sociali di sviluppo del territorio.

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Da oggi in poi… pensa green!

Si è conclusa venerdì la #GreenFoodWeek23 , la settimana dedicata al consumo consapevole di cibo.
La settimana green ogni anno è vissuta dalle mense scolastiche come un momento di festa e coinvolge tutti: chi prepara i piatti, chi li serve, chi li consuma, e, a scuola, chi ne promuove il consumo.
La Green Food Week non è solo un’occasione per modificare il menù scolastico con piatti più sostenibili, ma è un momento gioioso di condivisione di conoscenze per diffondere la cultura di un cibo amico del pianeta.
Per la settimana green, promossa da Foodinsider.it ecco le linee guida pubblicate sul loro sito ufficiale:
  • Prediligere piatti a basso impatto ambientale, e cioè con alimenti vegetali, preferibilmente a filiera corta e biologici
  • Scegliere ingredienti che tutelano la fertilità del suolo come ad esempio prodotti biologici, legumi, miglio
  • Nelle scuole, se possibile, proporre a metà mattina frutta fresca
  • Proporre pietanze gradite, cioè con un’alta percentuale di consumo, per evitare che gli scarti siano troppo elevati
E inoltre, a parte il menù da scegliere con cura, ecco le azioni da mettere in atto:
  • Coinvolgere il personale scolastico con il kit: gli insegnanti informati e attivi, che sostengono i valori dell’iniziativa, sono preziosi alleati per una buona riuscita della Green Food Week
  • Informare e raggiungere in modo efficacie le famiglie con il nostro materiale informativo
  • Coinvolgere i bambini come parte attiva nel giudicare il gradimento dei nuovi piatti proposti
  • Fare rete e invitare altri soggetti (Comuni, Università, aziende) a partecipare alla Green Food Week

Ecco perché NaturalMensa anche quest’anno ha aderito e continua a promuovere la cultura di un cibo sano e che fa bene anche al nostro pianeta. Qui in basso potete scaricare i materiali messi a disposizione da Foodinsider per diffondere sempre più consapevolezza su questo tema così fondamentale.

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Anche quest’anno NaturalMensa partecipa alla Green Food Week

La Cooperativa Cosmos aderisce alla Green Food Week, un’iniziativa che si svolge all’interno della settimana di M’illumino di meno del programma Caterpillar di Rai Radio2 e ha l’obiettivo di valorizzare e diffondere un’alimentazione a basso impatto ambientale, che fa bene alla salute e all’ambiente e per prendere posizione in favore della tutela del clima.

Insieme ad altre realtà pubbliche e private e con il supporto di un team dedicato, l’obiettivo è ridurre la carbon footprint in maniera significativa, almeno per una settimana, nel servizio mensa.

Un modo semplice, ma efficace, per mitigare gli effetti del climate change attraverso un menù più sostenibile, che può diventare un’abitudine alimentare positiva per la salute e l’ambiente.

Per questo motivo, alla nostra mensa saranno proposti ogni giorno della settimana almeno un primo e un secondo green, cioè cibi prodotti nel rispetto dell’ambiente (e cioè vegetali, biologici e locali).

La Green Food Week non è solo un’occasione per modificare il menù con piatti più sostenibili, ma è momento di condivisione di conoscenze per diffondere il significato e il valore del ‘cibo amico del pianeta’.

Le linee guida per la settimana green sono le seguenti:

  • Prediligere piatti a basso impatto ambientale, e cioè con alimenti vegetali, preferibilmente a filiera corta e biologici
  • Scegliere ingredienti che tutelano la fertilità del suolo come ad esempio prodotti biologici, legumi, miglio
  • Proporre pietanze gradite, cioè con un’alta percentuale di consumo, per evitare che gli scarti siano troppo elevati

Oltre al menù diversificato, la Cooperativa Cosmos ha coinvolto il personale scolastico e le famiglie con un kit informativo.

Inoltre sono stati coinvolti già i bambini come parte attiva nel giudicare il gradimento di un nuovo piatto proposto nella giornata di oggi e sarà quindi misurato l’effettivo consumo dei piatti proposti.

L’iniziativa è in linea con quanto già NaturalMensa esegue da sempre: offrire un servizio di qualità prediligendo alimenti sani e biologici, con grande attenzione alla salute ma anche all’ambiente.

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La tradizione del pane a Castelsaraceno

Volete conoscere qualche curiosità sulla produzione tipica del pane a Castelsaraceno? Ad esempio: sapete cos’era la strazzata nella cucina tradizionale locale? E a cosa serviva?

Prima dell’arrivo nelle nostre case dei forni elettrici, il pane veniva prodotto in casa e poi cotto in forni realizzati con mattoni refrattari, alimentati a legna, e presenti in tutte le case (di solito erano collocati nelle soffitte). Succedeva così anche a Castelsaraceno, dove solitamente le persone usavano un accorgimento per portare alla giusta temperatura il forno.

In cosa consisteva? Si preparava la cosiddetta strazzata, ovvero una pasta della pizza condita con pomodorini, aglio, origano e olio. Per rendere ancora più gustoso il pane, si condiva anche con altri condimenti tipo le verdure locali dell’orto, o anche con le cosiddette frittuledde, cioè i ciccioli, piccoli pezzi di lardo di maiale, e il peperoncino forte.

Il pane veniva prodotto in quantità abbondante e poi conservato in una grande cassapanca, detta madia, per un tempo di circa due settimane: in quei giorni doveva essere sufficiente per sopperire ai bisogni di tutta la famiglia.

Perché non coinvolgere i bambini nel chiedere ai loro nonni di condividere i ricordi di quest’antica tradizione?

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Le ricette della tradizione: i primi

pasta fresca del pastificio Stigliano, fornitore di Naturalmensa

A Castelsaraceno per tradizione si mangia ciò che è prodotto localmente: in passato l’alimentazione si basava su ciò che producevano i contadini, abituati a conservare il grano in un grande baule (detto cascione) in cui inserivano solitamente anche del formaggio per farlo mantenere tenero. La carne invece si poteva mangiare solo nei giorni festivi.

Anche qui il piatto principale resta la pasta, insieme ad alcune zuppe. Ecco alcuni primi piatti tipici di Castelsaraceno:

l ‘rashcatedd: pasta simile agli gnocchi che si mangiava con salsa di pomodoro

l aganedd: le tagliatelle locali che si mangiavano, anch’esse, con la salsa di pomodoro

l taglulin: i tagliolini che si mangiano con un semplice sughetto di pomodorini, aglio, olio e basilico

l maccarun u frretto: i fusilli locali, il cui condimento tradizionale è una salsa di pomodoro. Un’alternativa è gustarli come rafanata, piatto con sugo di carne e rafano, stufato sotto la cenere del camino ancora calda.

l tapparredd: pasta di diversi tagli fatta con farina integrale e accompagnata solitamente da legumi

Una curiosità: esiste un condimento tipico di Castelsaraceo che è u cift, polvere di peperone essiccato buttato in olio caldo e versato sulla pasta. Il nome è onomatopeico e riproduce il suono del peperone che cade nell’olio bollente!

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Mangiare “bio”: cosa vuol dire? E perché è così utile?

Uno dei piatti proposti alla mensa bio “NaturalMensa” nel comune di Castelsaraceno (PZ)

Il termine “biologico” si riferisce al modo in cui vengono coltivati ​​e trasformati i prodotti agricoli. In generale le colture biologiche devono essere coltivate senza l’uso di erbicidi sintetici, pesticidi e fertilizzanti o geni bioingegnerizzati (OGM).

Il bestiame biologico allevato per carne, uova e prodotti lattiero-caseari deve essere allevato in condizioni di vita conformi ai loro comportamenti naturali (come la capacità di nutrirsi nei pascoli) e nutrito con mangimi e foraggi biologici, senza somministrazione di antibiotici, ormoni della crescita o sottoprodotti di origine animale.

Tutto questo può avere un impatto importante sulla tua salute fisicale, mentale ed emotiva e soprattutto sull’ambiente. Gli alimenti biologici hanno spesso nutrienti più benefici, come gli antiossidanti, rispetto alle loro controparti coltivate in modo convenzionale e le persone con allergie a cibi, sostanze chimiche o conservanti possono scoprire che i loro sintomi diminuiscono o scompaiono quando mangiano solo cibi biologici.

I prodotti biologici contengono meno pesticidi. Sostanze chimiche come fungicidi sintetici , erbicidi e insetticidi sono ampiamente utilizzati nell’agricoltura convenzionale e i residui rimangono sul (e nel) cibo che mangiamo. pesticidi. Tuttavia, nonostante la credenza popolare, le fattorie biologiche utilizzano pesticidi. La differenza è che usano solo pesticidi di origine naturale, piuttosto che i pesticidi sintetici utilizzati nelle fattorie commerciali convenzionali. 

Il cibo biologico è spesso più fresco perché non contiene conservanti che lo fanno durare più a lungo. I prodotti biologici a volte (ma non sempre, quindi guarda da dove provengono) vengono prodotti in fattorie più piccole più vicine a dove vengono venduti.

L’agricoltura biologica tende ad essere migliore per l’ambiente. Le pratiche di agricoltura biologica possono ridurre l’inquinamento, conservare l’acqua, ridurre l’erosione del suolo, aumentare la fertilità del suolo e utilizzare meno energia. L’agricoltura senza pesticidi sintetici è anche migliore per gli uccelli e gli animali vicini, nonché per le persone che vivono vicino alle fattorie.

Agli animali allevati biologicamente NON vengono somministrati antibiotici, ormoni della crescita o nutriti con sottoprodotti di origine animale. Nutrire il bestiame con sottoprodotti di origine animale aumenta il rischio di malattia della mucca pazza (BSE) e l’uso di antibiotici può creare ceppi batterici resistenti agli antibiotici. Gli animali allevati biologicamente tendono ad avere più spazio per muoversi e accedere all’aria aperta, il che aiuta a mantenerli sani.

La carne e il latte biologici possono essere più ricchi di alcuni nutrienti. I risultati di uno studio europeo del 2016 mostrano che i livelli di alcuni nutrienti, inclusi gli acidi grassi omega-3, erano fino al 50% più alti nella carne e nel latte biologici rispetto alle versioni allevate convenzionalmente.

Gli alimenti biologici sono privi di OGM. Gli organismi geneticamente modificati (OGM) o gli alimenti geneticamente modificati (GE) sono piante il cui DNA è stato alterato in modi che non possono verificarsi in natura o negli incroci tradizionali, più comunemente per essere resistenti ai pesticidi o produrre un insetticida.

Il costo maggiore. Il cibo biologico è spesso più costoso del cibo coltivato in modo convenzionale. Ma se stabilisci alcune priorità, può essere possibile acquistare cibo biologico e rimanere nel tuo budget dedicato alle tue esigenze alimentari. Se puoi permetterti di pagare i prezzi più alti, cerca carne bovina e prodotti lattiero-caseari etichettati come “pascolo allevato” o “100% nutrito con erba”. Per carne di maiale, pollo o uova, cerca un’etichetta “biologica certificata”. L’acquisto di tagli di carne più economici provenienti da animali allevati biologicamente ti consente di mangiare biologico senza superare il tuo budget. Ad esempio, prova ad acquistare cosce di pollo bio invece dei petti di pollo allevati in modo convenzionale.

Ricorda in ogni caso che frutta e verdura sono più economiche e ovviamente più fresche quando sono di stagione. 

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Benvenuta Primavera! Le verdure di stagione

Come abbiamo già detto nel precedente post sulla frutta primaverile, questa stagione ci offre una quantità enorme di colori con cui portare benefici alla nostra salute fisica (e anche mentale!).

Con le verdure primaverili possiamo preparare minestre, zuppe, piatti freddi e contorni freschi e la scelta a volte è davvero difficile: i mercati offrono primizie deliziose e profumate che ci attirano e ci permettono di poter scegliere sapori sempre diversi da portare sulle nostre tavole. La primavera è anche il momento giusto per depurare il nostro corpo e fare il pieno di vitamine con la corretta alimentazione.

Dopo un inverno difficile, infatti, l’organismo ha comunque bisogno di ritrovare il giusto equilibrio e una sana leggerezza ed è quindi il periodo perfetto per una dieta disintossicante e ricca di nutrienti essenziali e funzionali al nostro benessere.

In questi mesi, ad esempio, è facile trovare dal nostro fruttivendolo verdure come carciofi, asparagi, bietole, ravanelli, fagiolini, fave, finocchi, lattuga, porri, piselli, sedano, spinaci, zucchine.

Il carciofo, per esempio, depura il fegato e svolge una profonda azione disintossicante. Ha proprietà diuretiche e previene la ritenzione idrica.

Teneri e profumati, con gli asparagi potete preparare delle creme, utilizzarli in insalate o farvi delle meravigliose frittate oppure utilizzarli in squisiti risotti a cui potete abbinare ad esempio anche frutti di mare.

Non di facilissimo reperimento il rabarbaro, ma se girate nei mercati rionali potreste trovare queste coste rosse/rosa, perfette per preparare torte e dessert.

Le fave fresche sono uno degli ingredienti primaverili più amati (e anche un tipico alimento pasquale!). Sono legumi con cui è possibile realizzare tantissimi tipi di piatti differenti, come la classica pasta e fave oppure un’ottima vellutata.

Gli spinaci sono una verdura ricca di proprietà salutari per il nostro organismo. Freschi in insalata o cotti come ripieno, gli spinaci sono perfetti anche lessati e conditi con olio e limone oppure saltati in padella con uno spicchio d’aglio e un filo di olio extravergine d’oliva.

Il finocchio ha proprietà digestive e depurative. Si può gustare crudo da sgranocchiare in pinzimonio, ma anche cotto all’interno di torte salate o in sformati dal gusto unico. Non è solo buono da mangiare, ma anche da bere.

E voi quale verdura primaverile preferite?

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Benvenuta Primavera! Ecco la frutta di stagione

21 marzo, è arrivata la Primavera! E finalmente la nostra tavola si riempie di colori grazie a frutta e verdure di stagione, rispetto ai prodotti che la natura ci ha offerto durante l’inverno.

Sì, perché lo ricordiamo, è sempre meglio acquistare frutta e verdura di stagione, perché hanno un sapore migliore e i prezzi sono più equi. Se quindi ti stai chiedendo cosa scegliere da oggi per i prossimi tre mesi, ecco cosa troverai al mercato o cosa dovrai scegliere tra gli scaffali del tuo superercato. in primavera.

Verdure e frutti primaverili

FRUTTA: ciliegie, nespole, albicocche, fragole, pesche, melone, prugne e arance. 

VERDURE: zucchine, melanzane, asparagi, rabarbaro, ravanelli, fave fresche e piselli freschi.

Iniziamo a conoscere la frutta che ci offre la primavera.

Ciliegie

Le ciliegie sono frutti a basso contenuto di calorie e ricche di fibre, vitamine, minerali, sostanze nutritive. Contengono infatti le vitamine C, A e K. Ogni frutto fornisce anche potassio, magnesio e calcio. Apportano anche antiossidanti, come il beta-carotene, e il nutriente essenziale colina.

Nespole

Il frutto della nespola è ricco di aminoacidi, tannini, zuccheri, pectine e acidi organici che si combinano per dargli il suo caratteristico sapore dolce ma aspro. Questo frutto può essere usato per curare infezioni intestinali, irregolarità mestruali, diarrea, gonfiore.

Albicocche

Grazie alla loro elevata quantità di vitamine, flavonoidi e potassio, le albicocche hanno notevoli benefici per la salute. I flavonoidi agiscono per proteggere e rafforzare i vasi sanguigni riducendo i segni di infiammazione. Il potassio, un minerale importante per le funzioni nervose e muscolari, è anche fondamentale per aiutare i nutrienti a muoversi nel corpo. Inoltre, aiuta a mantenere una buona pressione sanguigna e ed è salutare per il cuore. Gli antiossidanti come la vitamina E e la vitamina C sono noti per le loro proprietà stimolanti per la pelle. Possono aiutare a proteggere le cellule della pelle dalle radiazioni ultraviolette (UV), ridurre i segni delle prime rughe e migliorare l’elasticità della pelle. Il beta-carotene è un altro antiossidante che aiuta a proteggere la pelle dalle scottature e dai danni aggiuntivi dei raggi UV. Poiché le albicocche hanno un alto contenuto di acqua, sono anche un buon modo per idratare la pelle. Una tazza di albicocche offre circa 2/3 di tazza d’acqua.

Fragole

Ricche di vitamine, fibre e livelli particolarmente elevati di antiossidanti noti come polifenoli, le fragole sono un alimento ipocalorico senza sodio, senza grassi, senza colesterolo. Sono tra i primi 20 frutti in termini di capacità antiossidante e sono una buona fonte di manganese e potassio. Solo una porzione – circa otto fragole – fornisce più vitamina C di un’arancia. Questo membro della famiglia delle rose non è in realtà un frutto o una bacca, ma il ricettacolo allargato del fiore. Scegli bacche di medie dimensioni che sono sode, carnose e di colore rosso intenso; una volta raccolte, non maturano ulteriormente.

Pesche

Una pesca media contiene anche il 2% o più del valore giornaliero di vitamine E e K, niacina, acido folico, ferro, colina, potassio, magnesio, fosforo, manganese, zinco e rame. Le pesche sono a basso contenuto calorico (100 g forniscono solo 39 calorie) e non contengono grassi saturi. Tuttavia, questi frutti sono ricchi di numerosi elementi, minerali e vitamine che aiutano la salute. Le pesche fresche sono una moderata fonte di antiossidanti e vitamina C, necessaria per la costruzione del tessuto connettivo all’interno del corpo umano.

Melone

Il melone contiene beta-carotene, vitamina C e vitamina B9 ne fanno un frutto antiossidante, mantenendo la salute della pelle, riducendo i radicali liberi e i segni dell’invecchiamento. È ricco di potassio, favorisce l’effetto diuretico. In misura minore contiene fosforo, calcio e magnesio. È uno dei frutti con meno calorie, circa 34 calorie per 100 grammi, per il suo alto contenuto di acqua (90%). Migliora la salute dei denti e delle ossa: essendo ricco di calcio, è benefico per la formazione, la riparazione o il rafforzamento di ossa e denti. Rafforza il sistema immunitario ed è diuretico: aiuta l’organismo ad eliminare le tossine e previene anche la secchezza delle mucose o l’acidità. Le proprietà del melone lo rendono un frutto ideale da consumare e sfruttare tutti i benefici per il nostro organismo.

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Mangiare locale fa bene anche al cuore e alla mente

MANGIARE LOCALE FA BENE ANCHE ALLA MENTE E AL CUORE. Mangiare locale non è solo un’opportunità per provare nuovi cibi. Se fai acquisti nei mercati dei contadini o nelle cooperative alimentari locali, probabilmente troverai un alimento nuovo o unico che viene coltivato nella tua zona. Scoprire questi prodotti è un ottimo modo per saperne di più sulla storia del cibo e sulle pratiche agricole della tua comunità. Potresti anche trovare un nuovo cibo o un tuo nuovo ingrediente preferito! Magari uno che usavano i tuoi nonni nella preparazione dei piatti di una volta e che nei supermercati di sicuro non riesci a trovare.


Ed è per questo che mangiare locale non è solo una questione di salute, etica e ambientale, ma riguarda anche l’aspetto sociale e culturale. Costruire relazioni con chi coltiva il tuo cibo è un ottimo modo per creare una comunità. Perché quando compri in azienda agricola puoi fare domande e conoscere le pratiche agricole, puoi farti consigliare, puoi imparare le stagionalità dei prodotti. Queste connessioni possono aiutarti ad apprezzare più profondamente il cibo che metti a tavola.


Si tratta quindi di stabilire questa connessione col cibo che mangiamo, una connessione che non riguarda solo ciò che abbiamo nel piatto, ma anche chi c’è dietro quel prodotto, la sua storia, la sua vita, il suo lavoro. Proprio come succede quando seguiamo la nostra ricetta di famiglia preferita, gustare il cibo locale può evocare emozioni positive e migliorare il nostro umore.


Sapere da dove viene il tuo cibo ti connette con le persone che lo allevano e lo coltivano. Invece di avere una relazione unica con un grande supermercato, crei relazioni più piccole con più produttori di cibo, impara il loro nome. E così puoi conoscere i venditori al mercato contadino, il titolare di un negozio di formaggi locale, il macellaio al tuo banco di carne preferito, i lavoratori della cooperativa che vende uova locali, il torrefattore e il barista del bar locale. E tutto torna ad avere la stessa genuinità dei tempi passati, quella del pizzicagnolo, del beccaio, dell’ortolano, del lattaio.


Per molte persone, dunque, il vantaggio di questa scelta è sociale e psicologico e senza dubbio ripaga con i cibi che mangiamo. Le persone che ti conoscono tendono a volerti aiutare, che si tratti di farti fare un buon affare su un pollo ruspante, di farti sapere quando i tuoi pomodori preferiti saranno in vendita o di mettere da parte una fetta del tuo formaggio preferito. Tutto diventa molto più bello e l’acquisto non è più qualcosa di stressante ma ci riconnette con noi stessi, con la nostra terra, con la nostra storia.


Perché allora rinunciare a tutto questo?

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NaturalMensa ha aderito alla Green Food Week dal 7 all’11 marzo 2022

Con grande gioia e orgoglio vogliamo comunicarvi che il Comune di Castelsaraceno partecipa con NaturalMensa alla Green Food Week, il cibo amico del pianeta, un’iniziativa guidata da Foodinsider che si sta svolgendo dal giorno 7 marzo e si concluderà domani, 11 marzo 2022.

Questa inoltre è anche la settimana che include l’iniziativa del programma di RadioDue Caterpillar M’illumino di meno, durante la quale i Comuni partecipanti offrono un pasto a basso impatto ambientale nelle scuole. 

Quindi quest’anno, oltre a spegnere le luci in tante città e a impegnarsi per utilizzare meno energia elettrica, si è aggiunto l’improrogabile impegno a consumare cibo più sostenibile per rendere tutti, piccoli e grandi, più consapevoli e responsabili dell’importanza che ha l’alimentazione sul nostro pianeta.

Oggi 10 marzo è la giornata della Green Food Week nella quale i Comuni promotori dell’iniziativa offriranno tutti un pasto con lo stesso menù, ovviamente ognuno declinato a seconda della propria biodiversità locale.

Il menù nazionale prevede: crudité di verdure di stagione miste, pasta o altro cereale con sugo di verdura, polpettone/polpette di legumi in umido. E il Comune di Castelsaraceno, grazie al progetto NaturalMensa, ha deciso di aderire proponendo la sua versione del menù ecologico.

NaturalMensa proporrà quindi ai suoi piccoli commensali un menù così composto:

Con questa iniziativa nazionale, il Comune vuole contribuire alla consapevolezza del mangiar bene e mangiar sano e continuare a sottolineare l’importanza di produrre e consumare cibo in maniera più ecosostenibile.

Come si legge infatti dal sito di Foodinsider: “la produzione di cibo è tra i più importanti fattori che impattano sul cambiamento climatico, sulla perdita di biodiversità, sull’uso delle risorse idriche, sulla compromissione dei cicli dei nutrienti e sui cambiamenti dell’uso del suolo.

Qui in allegato potrete trovare il KIT messo a disposizione da Foodinsider con informazioni che gli insegnanti potranno utilizzare con i propri alunni per un passo in più verso la consapevolezza dell’importanza del consumo di un pasto che faccia bene ai consumatori e al nostro pianeta.